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Walt il Forbito 1964
Così soprannominato per la raffinata eleganza dell’oratòria con la quale motivava alla vittima di turno le ragioni
della sua eliminazione. Era infatti maestro nell’arte del taglieggio e nella riscossione del pizzo.
L’origine toscana della madre è la base genetica sulla quale egli costruì, sfruttando i corsi di recupero durante la
quinquennale prigionia a Feltratraz, la padronanza dei classici della filosofia moderna: Kant, Nietzsche, Tex Willer.
Dicono di lui, ad esemplificare la capacità di sintesi e l’eleganza dell’eloquio, oltre alla profondità dell’analisi
filosofica, che la sua risposta ai grandi quesiti esistenziali sia “…boh! Che cazzo ne so?..”. Partecipando ad un talk
show letterario e coinvolto sul tema del Libero Arbitrio, ebbe a dichiarare “…facciano un po’ quel cazzo che gli
pare…”, dischiudendo nuovi orizzonti nell’analisi del delicato rapporto fra l’Uomo e il Trascendente.
Non fu mai schiavo del rapace fascino di Lucy o’Cross, ma i durissimi scontri con Happy Pleb, crudele e potentissimo
ras del transistore e di Feltratraz, lo videro spesso soccombere: solo l’intervento di Al Mazzone valse ad evitargli, alla
scadenza, un doloroso prolungamento della pena.
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